Dott. Vincenzo Alvino

SPECIALISTA IN OSTETRICIA E GINECOLOGIA
PERFEZIONATO IN ECOGRAFIA E MEDICINA PRENATALE
a chi
ci rivolgiamo
servizi
offerti
Linea diretta per
informazioni e/o appuntamenti
Telefono studio
0564 412428 - 0564 416145

Cellulare
339 6461489

Email
info@vincenzoalvino.it

Seguici su
Sito in continuo aggiornamento.
Per eventuali commenti/segnalazioni
inviare una mail a: info@vincenzoalvino.it

Ultimo aggiornamento il 09/02/2016 alle ore 13:41
Home » Menopausa »

Manopausa L'Anamnesi Sessuologica Per Scoprire Eventuali Disfunzioni Sessuali

L'unico autorizzato ad effettuare una consulenza medica ed esprimere un parere riguardo ad una vostra richiesta è il vostro medico, per cui tutte le informazioni presenti sul sito hanno carattere puramente informativo e non possono in alcun modo sostituire quello che è il suo parere.

MENOPAUSA: l'anamnesi sessuologica per scoprire una eventuale disfunzione sessuale

L'anamnesi sessuologica dovrebbe far parte integrante della consultazione medica e dovrebbe cercare di mettere in evidenza i fattori di tipo fisico (biologico), psicosessuale e relazionale che potrebbero in qualche modo predisporre, accentuare e/o mantenere un eventuale disfunzione sessuale palesato durante una consultazione.

L'indagine anamnestica su possibili interazioni tra disfunzioni del tratto urinario inferiore e disfunzioni sessuali è particolarmente rilevante nella pratica clinica degli specialisti urologi, andrologi e ginecologi ma è importante anche per il medico di famiglia che in qualche modo dovrà porre la sua attenzione anche a problematiche riguardanti la sfera sessuale. La diagnosi formulata in primo luogosulla descrizione soggettiva che la donna fa della propria esperienza sessuale e dei disturbi che riferisce, dovrà essere confortata dall'esame obiettivo ed eventualmente da ulteriori esami più specifici .

Nel periodo post menopausale, in gran parte delle disfunzioni sessuali femminili viene riscontrata una etiologia mista, multifattoriale. La diagnosi richiede, quindi, una valutazione articolata riguardante vari aspetti (quali l'aspetto biologico, quello psicosessuale quello relazionale) ed una eventuale terapia dovrà richiedere un approccio specialistico. Il ginecologo può, comunque, dare un primo aiuto in particolar modo nelle forme ad etiologia fisica ed ormonale e prescrivendo una terapia ormonale ha possibilità di intervento relativamente a:

  • Disturbi del desiderio: gli estrogeni possono concorrere a migliorare il desiderio in modo diretto, in quanto contribuiscono a mantenere più trofici gli indicatori biologici dell'identità sessuale femminile, ed anche in modo indiretto, in quanto riducono i sintomi vasomotori, neurovegetativi e psichici che possono concorrere alla caduta della libido sia perché possono ridurre i disturbi dell'eccitazione e la dispareunia i quali in effetti possono inibire la risposta sessuale causando una caduta secondaria del desiderio. I progestinici possono avere, invece, azione frenante, a meno che non siano di derivazione androgenica. Gli androgeni invece sono gli ormoni più importanti in assoluto nel migliorare la componente biologico-istintuale del desiderio. Gli studi sugli effetti degli estrogeni da soli (e dell'eventuale contemporaneo utilizzo del testosterone in donne estrogeno-trattate), ha mostrato un effetto positivo significativo su tutte le dimensioni della risposta sessuale, con un effetto maggiore del testosterone sul desiderio;

  • Disturbi dell'eccitazione: gli estrogeni sistemici migliorano la componente vascolare della risposta sessuale migliorando la lubrificazione e la congestione, specie vaginale (se la libido è presente). Gli androgeni sistemici sono invece necessari per una migliore eccitazione, sia di tipo centrale (central arousal) che periferica (genital arousal) in quanto facilitano la risposta congestizia dei corpi cavernosi del clitoride e bulbovestibolari. Questo è vero sia con estro-androgeni somministrati per iniezione o impianto sottocutaneo, sia con tibolone, sia con combinazioni orali di estradiolo e noretisterone, un progestinico di derivazione androgenica. In caso di impossibilità o di non disponibilità a terapie sistemiche, è possibile migliorare in modo significativo la risposta congestizia vaginale con la sola terapia estrogenica locale vaginale. Tavolette di 17 beta-estradiolo si sono dimostrate altrettanto efficaci delle creme vaginali a base di estrogenii, ma hanno dimostrato una maggiore accettabilità e maneggevolezza per il minor numero di effetti collaterali rispetto alla crema. Terapie topiche vulvari con testosterone propionato al due per cento in vaselina, applicate in minima quantità, a giorni alterni, possono migliorare l'eccitabilità, la congestione clitoridea, la sensibilità e la responsività clitoridea e bulbo vestibolari, favorendo anche l'orgasmo. Tuttavia, poichè il testosterone è avidamente assorbito dalle strutture muco cutanee vulvari, è indispensabile un monitoraggio dei livelli plasmatici di questo ormone per evitare di raggiungere livelli sovrafisiologici, con i conseguenti effetti collaterali su molteplici bersagli androgenici;

  • Disturbi dell'orgasmoestrogeni e androgeni possono agire in modo indiretto, migliorando il trofismo delle strutture genitali vascolari e muscolari lisce dei corpi cavernosi, deputate all'orgasmo. Non vi sono dati definitivi sul possibile effetto sulla componente neurologica, anche se il ruolo neuro plastico degli estrogeni fa pensare ad un possibile effetto trofico sia centrale sia periferico. È stato invece recentemente dimostrato il miglioramento della massa e della forza muscolare sia con terapie sostitutive contenenti noretisterone, sia col tibolone. La terapia ormonale (HRT) è di particolare importanza per migliorare la sessualità nelle donne operate di tumore genitale, data la gravità delle lesioni anche anatomiche successive alla chirurgia e/o alla radioterapia. Con la sola controindicazione dell'adenocarcinoma endometriale ed endocervicale e, più raramente, l'adenocarcinoma ovarico, in tutti gli altri casi, i benefici sul benessere generale e la sessualità vanno senz'altro presi in considerazione. Rimane ancora controversa la supplementazione androgenica alla tradizionale HRT in donne ancora sintomatiche o in menopausa chirurgica, e comunque via via sta emergendo il concetto che basse dosi di testosterone potrebbero essere sicure e benefiche. Infatti la limitazione all'uso di tali ormoni derivava in parte dai possibili effetti collaterali legati al loro impiego che possono essere superati proprio dall'impiego di nuove formulazioni a basso dosaggio e di vie alternative come la transdermica che può influire sulla biodisponibilità e, quindi, ridurre gli effetti collaterali derivanti dall'iperandrogenismo. Meritevole di approfondimento per i possibili benefici sulla sessualità, oltre che sulla qualità della vita, è anche il Deidroepiandrosterone (DHEA), dato il grande impatto positivo sull'energia vitale, il tono mentale e diversi parametri biologici che ha mostrato di avere negli studi preliminari;

  • Disturbi caratterizzati da dolore sessuale: gli estrogeni, sistemici o locali, possono ridurre la secchezza vaginale, riducendo così una causa importante di dispareunia; gli androgeni possono ridurre l'involuzione delle mucose e della cute vulvare, nonché della muscolatura liscia cavernosa, concorrendo alla riduzione del dolore sessuale non coitale (oltre che coitale) che abbia genesi distrofica. Dato, inoltre, l'effetto positivo su tutti i livelli della funzione sessuale, gli androgeni possono concorrere a migliorare la motivazione a riprendere l'attività sessuale e il piacere che la donna ne può trarre, dopo che siano state ben curate eventuali altre cause di dispareunia.

La via di somministrazione della terapia ormonale dovrebbe essere :

  • Preferibilmente sistemica nei disturbi del desiderio;

  • Può essere sistemica e topica nei disturbi dell'eccitazione;

  • Topica nei disturbi caratterizzati da dolore sessuale;

  • Sistemica e topica nei disturbi dell'orgasmo.

Recentemente una ricerca condotta su donne con sintomi urogenitali trattate con estrogeni locali vaginali o placebo per un anno ha mostrato un miglioramento della co-morbilità uroginecologica e sessuologica con la sola terapia topica vaginale. Infatti, con un trattamento locale si ha un miglioramento significativo, nell'arco di dodici mesi, dei sintomi e segni di atrofia vaginale, di atrofia urinaria e spesso un miglioramento della capacità vescicale e dei sintomi di urgenza minzionale nel gruppo trattato rispetto al placebo.

Al ginecologo, ma anche all'andrologo quando la donna si presentasse in coppia, accompagnando il partner magari affetto da un deficit erettivo, è richiesto di acqusire nuove competenze e una maggiore sensibilità riguardo a questi temi. Il vantaggio è di migliorare ulteriormente il rapporto medico-paziente e la qualità della vita delle donne in un periodo della vita molto particolarei caratterizzata della perdita sul  fronti dell'identità sessuale, della funzione sessuale e della relazione di coppia, oltre che sul fronte esistenziale. Questo richiede anche l'utilizzo con convinzione e senso di responsabilità di quei presidi ormonali che possono nettamente migliorare la qualità della vita delle donne, sul fronte sessuale e non.

Le domande che il ginecologo dovrebbe porre sono molto importanti per capire se vi sono problematiche di tipo sessuale e seguendo le indicazioni ed i suggerimenti della Prof.ssa Grazziottin, uno dei massimi esperti in questo campo, riportiamo alcune domande utili ad escludere, o a mettere in evidenza, eventuali disfunzioni sessuali:

 

QUESTIONARIO PER VALUTARE LA PRESENZA DI UN'EVENTUALE DISFUNZIONE SESSUALE NELLA DONNA (E NELLA COPPIA)

 

  • La Sua vita sessuale è soddisfacente?

  • Ha col suo partner una relazione stabile?

  • Se ha una relazione stabile, è soddisfatta del Suo rapporto di coppia dal punto di vista affettivo? E dal punto di vista sessuale è anche soddisfatta?

  • Ha notato un certo cambiamento riguardo al Suo desiderio sessuale nell'ultimo anno?

  • Si è per caso accorta di avvertire secchezza vaginale durante il rapporto e di avere anche difficoltà di lubrificazione (e di eccitazione)?

  • Ha per caso notato se la secchezza vaginale Le provoca anche dolore e/o cistiti dopo il rapporto?

  • Ritiene di avere attualmente più difficoltà a raggiungere l'orgasmo?

  • Questi disturbi di cui si è detto Le causano un forte disagio personale o no?

  • A suo giudizio ritiene che i problemi sessuali che Lei sta vivendo dipendano dalla menopausa o in qualche modo anche da problematiche dovute al vostro rapporto di coppia?

  • Se ritiene che i disturbi legati alla sfera sessuale possano derivare dalla coppia, ritiene che sia più un problema affettivo e di intimità emotiva?

  • Oppure ha motivo di ritenere che anche il Suo partner possa verosimilmente avere qualche problema sessuale (ad esempio problemi di erezione, di desiderio oppure di eiaculazione precoce)?

  • Ci sono per caso, problematiche al di fuori della coppia (ad esempio: figli, lavoro, salute dei genitori anziani o problemi economici) che possano in qualche modo preoccuparla in maniera particolare e Le tolgono l'energia necessaria per la sua vita sessuale?

  • Le potrebbe eventualmente interessare migliorare la Sua sessualità o comunque sta bene anche così?

  • Sta per caso già facendo una terapia ormonale sostitutiva?

  • Se per caso la sta facendo, ha notato o meno un miglioramento della sessualità?

  • Se non la sta facendo, Le interesserebbe avere prima informazioni adeguate e chiare e poi, eventualmente se fosse d'accordo, utilizzare una terapia personalizzata, ormonale e/o sessuologica, per migliorare anche la Sua vita dal punto di vista della sessualità?

Sintomi menopausa - La visita ginecologica