Dott. Vincenzo Alvino

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Ultimo aggiornamento il 09/02/2016 alle ore 13:41


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Lo Stallo O Plateau Del Peso

L'unico autorizzato ad effettuare una consulenza medica ed esprimere un parere riguardo ad una vostra richiesta è il vostro medico, per cui tutte le informazioni presenti sul sito hanno carattere puramente informativo e non possono in alcun modo sostituire quello che è il suo parere.

Lo stallo o plateau del peso

A tutti coloro che, almeno una volta, si sono cimentati in una terapia nutrizionale, sarà capitato di raggiungere un punto (o meglio un momento) di stallo o plateau del peso corporeo nel quale il dimagrimento rallenta fino a fermarsi completamente. Di solito, questa sgradevole condizione si accompagna ad un senso di sconforto e rassegnazione. Il soggetto in tale circostanza si presenta con atteggiamento negativo manifestando delusione e frustrazione nei confronti del plateau, vissuto e percepito come un fallimento.

Chi si iteressa a queste problematiche sa che lo stallo del peso rappresenta una tappa fissa di tutte le terapie nutrizionali finalizzate al dimagrimento; si tratta di un evento talmente frequente che è stato osservato su larga scala, statisticamente analizzato e cronologicamente collocato in un periodo ben definito. Alcuni studi hanno rilevato che il plateau del peso si manifesta approssimativamente verso il 6° mese di terapia nutrizionale, ma fino a poco tempo fa nessuno è stato in grado di identificarne le cause. Contrariamente a quanto si possa pensare, lo stallo del peso è UN EVENTO PREVEDIBILE e raramente costituisce un effetto collaterale metabolico della dieta ipocalorica dimagrante.

Semplificando molto, quello che effettivamente consente la riduzione del peso corporeo è il bilancio energetico (BE), che DEVE essere obbligatoriamente negativo: BE = energia introdotta - energia spesa.

Tale semplificazione non tiene conto di tutte le componenti essenziali per elaborare una terapia nutrizionale; d'altro canto, se il bilancio energetico non è negativo il dimagrimento non può verificarsi.

L'energia introdotta è costituita dalle calorie alimentari complessive, mentre quella spesa è il risultato della somma tra: metabolismo basale (e tutto ciò che comprende) + attività fisica complessiva. Per ottenere un bilancio energetico negativo è quindi indispensabile:

  • Ridurre le calorie fornite dalla dieta,

  • Aumentare l'attività fisica complessiva e soprattutto gli aus (AUS - semplice attività fisica o sport propriamente detto).

Fortunatamente il periodo delle "diete ipocaloriche selvagge" è terminato; un tempo non si teneva molto in considerazione la quantità di energia indispensabile a svolgere una vita "normalmente attiva" e la decurtazione calorica mirava esclusivamente alla perdita rapida e "sicura" del peso. Oggi, è ormai ampiamente risaputo che è meglio non eliminare più del 30% delle calorie complessive e che mediamente eliminando 3500 calorie (kcal) alla settimana "dovrebbe essere" possibile ridurre il peso di circa 2 chilogrammi (kg) al mese. Questi accorgimenti sono indispensabili a preservare la massa muscolare che, se fosse ridotta, potrebbe incidere negativamente sul dimagrimento per la conseguente riduzione del metabolismo basale. Chi ad esempio fa culturismo svolgendo un'attività che incrementa la massa muscolare, non solo ottiene un miglioramento della massa corporea, ma riesce a mantenere percentuali di grasso molto ridotte pur ingerendo migliaia di calorie tutti i giorni.

Aumentare la massa muscolare (o evitare che si riduca) praticando esercizi con i sovraccarichi è un ottimo metodo per ridurre il logoramento muscolare durante la dieta ipocalorica. Parallelamente, anche l'attività fisica prolungata (quindi aerobica) possiede numerosi vantaggi metabolici infatti oltre a migliorare i parametri ematici, metabolici e di fitness generale, consente di aumentare significativamente il dispendio energetico complessivo; per contro, contribuisce ad aumentare l'appetito con incremento delle calorie totali. Quindi se lo stallo del peso subentra verso il 6° mese di dieta, in base a quanto si è detto ciò dovrebbe indicare una riduzione del metabolismo basale in seguito a deperimento della massa muscolare complessiva... e invece non è così!

Analizzando la composizione corporea dei soggetti in terapia nutrizionale che lamentano un plateau del peso è emerso che, dopo 6 mesi, la massa muscolare risultava pressoché identica a quella di partenza; d'altro canto, ciò che viene drasticamente meno è LA MOTIVAZIONE psicologica per cui piccoli "sgarri" ed arrotondamenti nelle grammature vanno a compensare il bilancio energetico che non è più negativo, vanificando tutti i calcoli e le stime della dieta ipocalorica ma, una riduzione o rallentamento del metabolismo, può effettivamente verificarsi? Certamente sì, ma di certo non avviene dopo 6 mesi di terapia nutrizionale ipocalorica. Un recente studio ha messo in discussione diversi aspetti del metodo dieto-terapico tradizionale e andrebbe tenuto presente che:

  • affermare che ogni 3500 kcal consumate in meno ogni settimana determina un calo ponderale di 450-500g è inesatto, in quanto tale predizione NON tiene conto della risposta metabolica soggettiva dell'organismo.

  • La natura del plateau allo scoccare dei 6 mesi di terapia non è metabolica, bensì comportamentale.

Lo stallo del peso si manifesta "frequentemente" al 6° mese di dieta, tuttavia, è stato dimostrato che per ottenere una modifica del metabolismo basale è necessario un lasso di tempo addiritturadi alcuni anni.

In definitiva, nella maggior parte dei casi, il plateau del peso NON dipende dalla riduzione della massa muscolare e/o del metabolismobasale, bensì da una riduzione della compliance da parte del soggetto in terapia, d'altro canto, per evitare che anche dopo qualche anno il metabolismo basale subisca una riduzione rilevante, è buona cosa associare alla dieta ipocalorica un percorso di attività fisica anaerobica e aerobica utili al miglioramento metabolico e funzionale dell'organismo nonché al mantenimento della massa muscolare complessiva.

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