Dott. Vincenzo Alvino

SPECIALISTA IN OSTETRICIA E GINECOLOGIA
PERFEZIONATO IN ECOGRAFIA E MEDICINA PRENATALE
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Ultimo aggiornamento il 09/02/2016 alle ore 13:41


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La Consulenza Senologica

L'unico autorizzato ad effettuare una consulenza medica ed esprimere un parere riguardo ad una vostra richiesta è il vostro medico, per cui tutte le informazioni presenti sul sito hanno carattere puramente informativo e non possono in alcun modo sostituire quello che è il suo parere.

LA CONSULENZA SENOLOGICA E LA MAMMOGRAFIA

La consulenza senologica si pone al centro della diagnosi medica del tumore al seno ed è un elemento integrativo di tutte le visite di prevenzione ginecologiche. Dato però che le visite di prevenzione vengono fatte ad intervalli più o meno lunghi, non si dovrebbe rinunciare all'autocontrollo mensile. 

L'IMPORTANZA DELL'ANAMNESI NELLA CONSULENZA SENOLOGICA

La consulenza inizia con la raccolta di un'attenta anamnesi che dovrebbe  precedere l'esame clinico e strumentale (ultrasonografico o con altre tecniche di diagnostica per immagine). La prima domanda che verrà posta alla paziente riguarderà la ragione della visita che in genere è dovuta al riscontro di: noduli, dolore locale, ispessimenti, secrezioni dal capezzolo.

La raccolta dell'anamnesi clinica indaga su allergie, sulla storia medica e chirurgica, su precedenti tumori quali carcinoma della mammella o tumori in altre sedi, su farmaci assunti (terapie ormonali o uso di contraccettivi orali, trattamenti per cancro della mammella come tamoxifene o chemioterapia), sulla storia riproduttiva (anamnesi ostetrica e ginecologica, allattamento, terapie per gravidanze indotte).

La maggior parte delle donne che si sottopongono a mammografia sono asintomatiche ed effettuano tale indagine come screening mentre, in genere, le pazienti che si sottopongono ad un'ecografia lo frisolvere un problema, perchè riferiscono qualche sintomo. All'inizio del colloquio clinico è importante determinare il rischio di cancro della mammella della paziente. Fattori associati con un alto rischio sono rappresentati da una precedente storia personale di cancro della mammella, una precedente radioterapia per linfoma o radioterapia al torace per tubercolosi, aberrazioni genetiche per i geni BCRA 1 e 2, storia familiare di carcinoma della mammella in una paziente di primo grado (madre, sorella o figlia) in età premenopausale e reperto istologico di carcinoma lobulare in situ, iperplasia lobulare atipica o iperplasia duttale atipica in precedenti esami bioptici. Altri fattori che aumentano il rischio di cancro della mammella, anche se determinano un rischio minore dei precedenti, includono una storia personale di carcinoma dell'ovaio o dell'endometrio, nulliparità o prima gravidanza dopo i 30 anni, storia familiare di carcinoma della mammella in una parente di primo grado non in età premenopausale.

La storia chirurgica della paziente può essere d'aiuto nella correlazione fra ecografia e/o mammografia ed i rilievi clinici. La mastoplastica riduttiva è una procedura comune che può determinare aree di cicatrizzazione o necrosi grassa; i rilievi ecografici associati a rotture intra o extracapsulari degli impianti mammari inseriti per la ricostruzione o l'aumento del volume mammario sono ben conosciuti.

Alle pazienti vengono chieste notizie anche a riguardo di interventi chirurgici a carico di altri organi data la possibilità di metastasi alla mammella ed ai linfonodi da parte di tumori ad altra localizzazione. Sono importanti anche notizie relative a precedenti patologie ginecologiche che possono focalizzare l'attenzione su determinate alterazioni ormonali che si ripercuotono sulla mammella.

Le informazioni che in genere vengono richieste con l'anamnesi sono:

Età del menarca e della menopausa

Storia mestruale

Storia ostetrica

Farmaci, assunzione di ormoni

Fattori di rischio familiari

Precedenti interventi sulla mammella ed eventuali reperti istologici

Pregresse patologie ginecologiche

Trattamenti radioterapici sul torace 

L'esame clinico comprende l'ispezione e la palpazione

ISPEZIONE

Guardando attentamente le mammelle, molte volte si nota una differenza tra i due lati, senza alcun significato patologico, che può turbare la paziente. La pelle sopra un tumore può apparire retratta, specialmente nei tumori superficiali o avanzati. Se la cute è arrossata sopra il tumore si pone il sospetto di un carcinoma infiammatorio in particolare quando questo arrossamento è associato a edema. Il capezzolo appare retratto quando ci sono dei tumori centrali o submammellari e poichè anche processi benigni possono provocare questo sintomo esso perciò va controllato con attenzione.

LA PALPAZIONE

Del capezzolo: In circa il 30% dei carcinomi del seno è coinvolto il capezzolo. Il coinvolgimento del capezzolo dipende dalla distanza del carcinoma dal capezzolo stesso.

Della Ghiandola mammaria: Quando si nota una tumefazione palpabile se ne esamina la grandezza, la consistenza, la forma, lo spostamento e la delimitazione del tessuto mammario circostante. Un segno negativo per la prognosi è rappresentata da una tumefazione fissa alla fascia sottostante. Anche metastasi cutanee (nodi intra e subcutanei o un edema cutaneo) sono un parametro di malignità. La relazione di un tumore con la cute si può valutare con il test di JACKSON (il sollevamento della cute attorno a un tumore palpabile porta ad un appiattimento o una retrazione direttamente sopra il tumore).

Della Zona ascellare: si palpano i linfonodi che vengono valutati per grandezza, consistenza, numero e mobilità.

Da tener presente che la palpazione non garantisce sicurezza! (nel 20%-40% dei casi risulta un esito negativo e lo stesso numero vale a contrario). Metastasi ascellari si possono trovare già nel 50% dei casi di carcinoma del seno di 2/3 cm di diametro.

La visita clinica e la valutazione del seno hanno quindi i loro limiti. I tumori inferiori ad 1/2 cm di diametro spesso non sono palpabili, o lo sono solo in presenza di un seno piccolo. Seni medi sono già più difficili da valutare, seni grandi sono spesso invalutabili.

L'interpretazione di un reperto è ancora più problematico. L'esattezza diagnostica dell'ispezione e della palpazione è di circa il 60/70%. Quanto minore è la resistenza tanto più difficile diventa differenziare un reperto  di benignità da un carcinoma mammario ed in nessun caso ci si deve fidare della'mpressione clinica di un tumore palpabile per cui si devono utilizzare in aggiunta altri esami.

 

IL METODO SONOGRAFICO o ECOMAMMOGRAFIA

Il metodo sonografico per la diagnosi dei tumori del seno viene spesso raccomandato in quanto è in grado di individuare tumori che hanno un diametro di almeno 1 cm e può differenziare tumori solidi da tumori cistici. Ma spesso non è possibile fare una differenziazione tra i tumori solidi che possono essere carcinomi, fibroadenomi o lipomi. Anche questo metodo viene usato spesso in associazione ad altri metodi. Per esempio: Si fa spesso una sonografia prima di una agoaspirazione.

ESAME CITOLOGICO DALLA GHIANDOLA MAMMARIA

La diagnosi morfologica delle neoplasie si può effettuare con il classico esame istologico o con la citologia.

L'AGOASPIRAZIONE dei noduli del seno

L'esame citologico della ghiandola mammaria permette solo in casi eccezionali una vera diagnosi precoce, perchè il tumore da pungere deve avere almeno il diametro di 1 cm per venire centrato . Rappresenta una ottima pratica per la scelta del trattamento più opportuno del tumore mammario. Per ogni nodulo palpabile si potrebbe fare una agoaspirazione.

TECNICA dell'agoaspirato:

Si adopera una siringa di plastica da 10/20 ml e un ago da 0,6 mm di diametro. La puntura viene eseguita senza anestesia. La cute viene disinfettata e il nodulo viene tenuto fermo tra il pollice e l'indice. I noduli superficiali vengono punti con un ago di 3 cm di lunghezza, quelli più profondi con un ago di 6 cm o più. Se l'ago è arrivato al tumore si forma un vuoto nella siringa tenendola in aspirazione. Per ricevere più materiale possibile, mentre si aspira, si deve muovere l'ago in avanti e indietro e in diverse direzioni. Prima di uscire con l'ago dal tumore si fa ritirare lo stantuffo della siringa sotto l'azione del vuoto fino allo scatto. Viene successivamente tolto l'ago dalla siringa, che viene riempito con l'aria e viene poi rimesso. Il contenuto dell'ago viene strisciato uniformemente su un porta oggetti e fissato subito (in quanto l'essiccamento del materiale può rendere impossibile la valutazione). Lo striscio viene colorato secondo GIEMSA o secondo PAPANICOLAOU (fissato subito). 

L'agoaspirazione fatta dal "citologo clinico" ha i seguenti vantaggi:

  • Il citologo viene informato dal medico curante e dalla paziente riguardo all'anamnesi, clinica ed ai reperti di laboratorio.

  • Esegue personalmente l'ispezione e la palpazione per giudicare la localizazione, l'estensione, l'aderenza e la consistenza del nodulo.

  • Durante l'agoaspirazione riceve informazioni importanti, che possono dare indicazioni sui eventuali modificazioni del seno.

  • Può giudicare subito con lo striscio, se il materiale dell'agoaspirato è rappresentativo o se deve esser ripetuto.

  • La diagnosi può essere fatta entro 15/30 minuti e questo è un fattore psicologico molto importante per la paziente.

Di solito ogni medico che ha imparato la tecnica dell'agoaspirazione può eseguirla.

I VANTAGGI DEL METODO SI POSSONO COSI' RIASSUMERE:

  • Il metodo è facile.

  • L'impegno per la paziente è ridotto.

  • L'agoaspirazione può essere eseguito ambulatorialmente e senza anestesia. E' praticamente indolore.

  • L'agoaspirazione può essere ripetuta più volte. I costi sono bassi - Il chirurgo sa già, se deve intervenire e che tipo di intervento intende proporre e può informarne già la paziente.

 

SICUREZZA DIAGNOSTICA DEI DIVERSI METODI

Clinica (palpazione e ispezione) sicurezza di circa il 60% - 70%

Mammografia e sonografia sicurezza di circa l' 80%

Agoaspirazione sicurezza di circa il 90%

Sintomi menopausa - La visita ginecologica